Le caratteristiche naturali e orografiche dell’isola hanno contribuito, nel tempo, allo sviluppo autonomo di una “strana” forma di escursionismo, difficilmente inquadrabile tra quelle tradizionalmente note.
Abbiamo definito genericamente questa tipologia di escursioni percorsi avventura perché avventuroso è l’approccio che si ha con questi territori poco antropizzati, trattandosi per lo più di aree estremamente selvagge, spesso caratterizzate da importanti rilievi rocciosi.
In questo contesto il termine avventura o avventuroso va inteso come portatore di fascino, ma anche di incertezza ed imprevisto, proprio perché l’ambiente naturale che lo accoglie non può (e non deve) essere addomesticato e poiché in esso sono potenzialmente insiti dei rischi ineludibili.
L’avventura, insomma, è parte integrante dell’ambiente selvaggio. Ritengo quindi importante sottolineare il fatto che coloro che non amano gli imprevisti o che desiderano frequentare luoghi in cui tutto deve essere previsto e sicuro, dovrebbero prendere consapevolezza di questi rischi, e valutare preventivamente la propria reale motivazione e preparazione.
La sensazione è che nei prossimi anni assisteremo ad una ulteriore espansione di questa attività, con molti nuovi percorsi. La Sardegna si presta, è vero, ma dovremmo fare il possibile al fine di evitare che individui privi di un adeguato bagaglio tecnico afferrino un trapano per dar vita a percorsi insignificanti o, peggio, li attrezzino con inadeguati materiali da ferramenta, come purtroppo può già capitare di osservare.
In tutto questo non ci è ben chiaro se stiamo assistendo alla nascita di un nuovo sport (se così si può dire) e se col tempo questo andrà consolidandosi e diffondendosi anche altrove — si pensi alle infinite potenzialità della vicina Corsica —, appare però chiaro da subito il fatto che la Sardegna si sia già guadagnata un posto di rilievo in questo nuovo segmento del turismo attivo.
Tratto dall’introduzione di
Percorsi Avventura in Sardegna, di Corrado Conca
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